Le condizioni straordinarie ed emergenziali dell’attuale situazione socio-sanitaria italiana stanno avendo serie conseguenze sulla sicurezza delle persone coinvolte nel circuito dell’accoglienza formale e informale.
Nostra assoluta priorità è la messa in sicurezza:
➢ delle lavoratrici e dei lavoratori che continuano, nel rispetto delle regole di comportamento generali, a farsi carico dell’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, svolgendo inoltre il fondamentale compito di informare le persone riguardo alle continue disposizioni ministeriali;
➢ di tutti i richiedenti asilo E titolari di protezione internazionale o umanitaria che si trovano all’interno del sistema di accoglienza o presso insediamenti informali e alloggi di fortuna.
A oggi non c’è stato nessun approvvigionamento di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI: mascherine, guanti, gel disinfettanti) rivolto al sistema di accoglienza, sia SIPROIMI che CAS. Né tantomeno un trasferimento di competenze alle equipe di progetti per la gestione dell’emergenza sanitaria.
Il cambiamento della normativa a seguito del decreto Salvini su Sicurezza e Immigrazione (D.L. 113/18, convertito in DL.132/2018) ha avuto l’effetto di aumentare il numero degli stranieri irregolari presenti in Italia. Molti di questi stranieri, ricevuto un diniego alla richiesta di protezione internazionale o impossibilitati a rinnovare il proprio permesso di soggiorno, sono divenuti senza fissa dimora e, in molti casi, costretti a vivere negli insediamenti informali in condizioni strutturali e igienico –sanitarie inaccettabili. Stesse condizioni di vita sono condivise dalle migliaia di lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo, molto spesso titolari di regolare permesso di soggiorno, che abitano in tendopoli, ghetti o accampamenti di fortuna sorti nelle zone rurali del nostro paese. Il diffondersi del contagio in tali aree è motivo di fondata apprensione e potrebbe determinare un’emergenza di difficile contenimento a seguito di situazioni nelle quali il rispetto delle principali regole sanitarie è di difficile applicazione.
1. Rete SIPROIMI , CAS e CARA
L’emergenza ha evidentemente messo in luce una serie di problematiche nella gestione dei progetti di accoglienza afferenti al SIPROIMI e ai CAS, che finora non hanno trovato da parte delle istituzioni centrali o locali delle indicazioni chiare o quantomeno omogenee relative alla gestione dei servizi e alle modalità di espletamento, in una fase in cui si manifestano difficoltà evidenti sia relativamente alla possibilità di garantire i servizi in condizioni di sicurezza da parte del personale dedicato, nonché di mettere in campo misure adeguate per la protezione degli ospiti.
I progetti e i centri hanno comunque continuato a garantire le loro attività, mettendo in atto una serie di modifiche relative alle prestazioni e ai servizi ordinariamente erogati seppur con modalità differenti. Si segnala tuttavia che continua a permanere, dall’inizio dell’emergenza, un’endemica e generalizzata carenza di DPI, nonché la difficoltà di realizzare una diffusa sanitizzazione delle strutture, complicata dall’indisponibilità delle imprese specializzate. Vi è poi un’oggettiva e preoccupante difficoltà nel disporre soluzioni volte ad organizzare la quarantena per le persone che devono essere isolate nelle strutture di accoglienza, per evitare/contenere la diffusione del virus; analogamente sembra importante in questa fase di contenimento del contatto sociale, evitare che le persone possano essere allontanate dai centri e messe in strada.
Per tali ragioni, chiediamo che:
– l’ANCI Servizio centrale per i progetti SIPROIMI e il Ministero dell’Interno per l’affidamento della gestione dei CAS dispongano la proroga dei progetti in corso fino al 31.12.2020;
– si disponga che le persone accolte non possano essere allontanate dalle strutture di accoglienza in questa fase, fino a quando l’emergenza perduri, nè se i loro progetti siano in scadenza o scaduti, né se abbiano ricevuto il riconoscimento del titolo di soggiorno ovvero il diniego definitivo sul loro status o la revoca per altri motivi dell’accoglienza o dello status;
– si individuino specifici protocolli di gestione dei casi positivi nei centri d’accoglienza, che riguardino tanto gli ospiti quanto gli operatori e i volontari coinvolti. Ciò comporta la possibilità di accogliere gli ospiti identificati come “contatti” in adeguate strutture in grado di erogare l’assistenza di cui necessitano e di effettuare il monitoraggio sanitario richiesto;
– si garantisca anche agli operatori dell’accoglienza una costante e adeguata fornitura di DPI e si provveda ad assicurare una sanificazione delle strutture.
2. Grandi centri (CPR, Hotspot) – Richiesta di Screening sanitari a personale e utenti
Le caratteristiche di tali centri, ove sono presenti centinaia di persone spesso in condizioni sanitarie precarie, destano particolare preoccupazione e li rendono non idonee a scongiurare il contagio e l’applicazione delle regole comportamentali indicate dal Ministero della Salute.
Il Tavolo Asilo pertanto chiede di:
− Sospendere ogni nuovo ingresso nei CPR e disporre alternative immediate alla detenzione amministrativa;
− Sospendere le disposizioni del d.lgs. 286/1998 nella parte relativa alle espulsioni mediante accompagnamento alla frontiera, disponendo piuttosto per tutti un provvedimento di allontanamento da parte del Questore ai sensi dell’art. 14, comma 5-bis (allontanamento volontario entro 7 giorni);
− Sospendere, per le stesse ragioni, le previsioni degli artt. 14 comma 5-ter, 5-quater, 5-quater.1, 5-quinques sulle pene inflitte nel caso di violazione dell’ordine di lasciare il territorio;
− Sospendere immediatamente ogni detenzione amministrativa anche per coloro che sono presenti nei CPR e valutare il loro inserimento nei circuiti di accoglienza dedicati, vista l’impossibilità di uscire.
− Individuare, anche per questi centri, specifici protocolli di gestione che riguardino tanto gli stranieri presenti che gli operatori coinvolti.
− Garantire a tutti gli operatori una fornitura costante di DPI e assicurare la sanificazione delle strutture.
3. Fuori dal circuito dell’accoglienza
Alla luce di quanto esposto in precedenza circa le condizioni di vita dei cittadini stranieri senza fissa dimora, chiediamo con urgenza che:
– sia autorizzato l’accesso a strutture di accoglienza adeguate, che possano garantire il rispetto delle prescritte misure per la prevenzione del contagio, anche attraverso provvedimenti prefettizi volti a individuare nuove strutture, come la requisizioni di strutture alberghiere o con caratteristiche simili secondo quanto stabilito dal DL 9/2020;
– nelle more dell’individuazione delle opportune strutture di accoglienza, che sia garantita la
– permanenza nei dormitori per l’intero arco delle 24 ore con l’attuazione di tutte le misure di prevenzione del contagio. È opportuno prorogare e, laddove possibile, ampliare le misure della cd. “emergenza freddo” almeno fino al 30.4.2020, con copertura di spesa a favore degli enti locali;
– agli insediamenti spontanei nei quali vivono i lavoratori migranti impiegati nel settore agricolo, tra i quali molti richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, siano garantiti presidi sanitari, un immediato approvvigionamento idrico, la fornitura di bagni chimici, la distribuzione di disinfettanti e kit igienici a cadenza periodica, lo smaltimento quotidiano dei rifiuti, la predisposizione di strutture per le misure di quarantena domiciliare, il mantenimento dei mezzi di trasporto per garantire i loro spostamenti quotidiani per comprovate esigenze lavorative, esigenze di assoluta necessità o motivi di salute, nel rispetto delle disposizioni sulla circolazione vigenti, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni territorialmente competenti (Prefetture, Comuni, Regioni, ASL). Si chiede inoltre che vengano autorizzati gli accessi da parte delle organizzazioni e degli enti di tutela presenti sui territori, per garantire approvvigionamenti alimentari laddove necessario o una tutela giuridica;
ACCESSO ALLE CURE E AI SERVIZI SANITARI
Relativamente all’accesso ai servizi sanitari per la popolazione straniera, il Tavolo Asilo è molto preoccupato del mancato accesso alle cure da parte di tutti quei richiedenti non iscritti al SSN o titolari di STP che quindi non usufruiscono di un medico di base.
Chiediamo pertanto di:
– Garantire l’iscrizione al SSR anche a coloro che sono forniti esclusivamente dell’autodichiarazione di effettiva dimora, come da normativa vigente e da indicazioni del Ministero della Salute del luglio 2019;
– Garantire l’accesso al sistema sanitario per tutte le persone non in regola con il permesso si soggiorno.
– Garantire la continuità del servizio offerto dagli ambulatori STP
– velocizzare le procedure per iscrivere queste persone nelle liste anagrafiche in modo da poterle monitorare anche dal punto di vista sanitario
4. Procedimenti amministrativi
La crisi economica generata dall’emergenza sanitaria rischia di provocare la perdita del lavoro e di rendere più difficile la ricerca di soluzioni lavorative stabili per chi invece si trova privo di un’occupazione.
Alla luce delle modifiche introdotte dai D.L. 9/2020 e 18/2020, chiediamo di:
– Introdurre una disposizione che autorizzi il rinnovo dei permessi di soggiorno per lavoro, subordinato, autonomo e stagionale, motivi familiari, studio e attesa occupazione in scadenza nel 2020, nonché dei permessi rilasciati per casi speciali e protezione speciale in deroga alle disposizioni attualmente in vigore, quando è previsto il possesso di un reddito minimo o di mezzi di sussistenza economica sufficienti;
– Prevedere l’equipollenza del permesso di soggiorno ai documenti di riconoscimento e d’identità di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.
– Garantire in ogni caso l’accesso alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale presso le Questure, sia tramite richiesta di un appuntamento via PEC sia presso gli sportelli dedicati per chi non sia in possesso di un indirizzo di posta elettronica, per formalizzare la domanda di asilo o di primo rilascio di permesso di soggiorno nei casi in cui la richiesta vada presentata in Questura.
– Considerare tale manifestazione di volontà sufficiente al godimento del diritto all’accoglienza, come previsto dal d.lgs. n. 142/2015.
– Garantire la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per attesa occupazione per coloro che si trovano nella fase di conversione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che al momento si troverebbero nella difficile condizione di poter dimostrare un lavoro.
– Prevedere che i procedimenti relativi al rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare vengano definiti con modalità telematiche, anche per l’integrazione documentale, senza rinvii dovuti all’emergenza coronavirus.
– Sospendere le notifiche delle decisioni delle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale.
– Sospendere i termini processuali e di rinvio delle udienze anche per i procedimenti relativi alle espulsioni, agli allontanamenti, ai trattenimenti nei CPR e alle relative impugnazioni.
5. Soccorso in mare
Le misure straordinarie per la gestione dell’emergenza sanitaria hanno inevitabilmente avuto un impatto sulle attività delle organizzazioni umanitarie impegnate in operazioni di ricerca e soccorso in mare.
In uno spirito di collaborazioni con le Autorità competenti, affinché la gestione degli sbarchi, delle attività di controllo sanitario e di eventuali provvedimenti di quarantena per i migranti soccorsi e per gli equipaggi possa essere svolta in modo efficace e con il minimo aggravio possibile per le strutture sanitarie territoriali,
Chiediamo che:
• le attività di sbarco, ricerca e soccorso in mare non vengano interrotte durante la durata dell’emergenza sanitaria Covid-19, anche in assenza di garanzie certe sulla redistribuzione dei migranti in altri paesi europei;
• i migranti soccorsi siano alloggiati all’interno di strutture di accoglienza adeguate, che possano garantire il rispetto delle prescritte misure per la prevenzione del contagio;
6. Sostegno al reddito
La situazione di povertà e precarietà lavorativa in cui vivono i cittadini stranieri residenti in Italia è nota con una quota di famiglie straniere povere sul totale delle famiglie povere che varia da nord a sud dal 27,7% al 42,6%. Questa situazione è certamente aggravata dall’attuale emergenza, dall’impossibilità di inserire i figli a scuola, e dall’interruzione dei percorsi d’integrazione avviati tramite tirocini, borse lavoro, contratti temporanei. Il Tavolo Asilo ritiene fondamentale pertanto l’introduzione di uno strumento di sostegno al reddito per permettere davvero a tutte le persone residenti in Italia di superare questo momento di crisi, e chiede pertanto di:
– estendere il reddito di cittadinanza a tutti gli stranieri regolarmente presenti sul territorio e titolari di un permesso di soggiorno della durata pari o superiore ad un anno.
– per la richiesta del reddito di cittadinanza, escludere il requisito della pluriennalità di residenza continuativa per tutte le tipologie di permesso di soggiorno
– esentare dalla presentazione di documentazione dai Paesi di origine in deroga a quanto previsto dal DL 4/2019
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A Buon Diritto, ACLI, ARCI, Amnesty International Italia, Avvocato di Strada, Caritas Italiana, Casa dei Diritti Sociali, CENTRO ASTALLI, CIR, CNCA, Comunità di S.Egidio, Emergency, Europasilo,
Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Fondazione Migrantes, Legambiente, Médecins du Monde – missione Italia del Tavolo Asilo Nazionale
E inoltre
AOI, FOCSIV, NAIM, Refugees Welcome Italia, Saltamuri, UNIRE