(NEV) Quest’anno la classica marcia ha avuto inizio a Lampedusa, alla Porta d’Europa. I partecipanti hanno espresso solidarietà a Mimmo Lucano, a chi lavora per l’accoglienza e i diritti dei migranti e alle ONG svolgono attività di soccorso in mare.
È partita dalla Porta d’Europa di Lampedusa l’edizione 2018 della classica marcia non violenta e per la pace “Perugia –Assisi”. Alla partenza anche una folta delegazione di evangelici che hanno inteso esprimere la loro solidarietà a chi sta attivamente lavorando per l’accoglienza e i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo. Lo staff di Mediterranean Hope (MH) – programma per i rifugiati e i migranti della Federation of Protestant Churches in Italy (FCEI) ha contribuito all’organizzazione dell’evento e alla diretta via skype con le migliaia di studenti già presenti a Perugia in vista della partenza della marcia, che avrà luogo domani.
“Come un piccolo colibrì che nel suo becco porta la sua goccia d’acqua per spegnere l’incendio nella foresta, così noi, tutti noi, dobbiamo portare la nostra goccia d’acqua per spegnere l’incendio del riarmo, delle violenze e delle intolleranze nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo”. Così si è espressa una studentessa di Lampedusa in un discorso pubblico alla partenza della marcia nei pressi della Porta d’Europa.
“Questa non è soltanto la Porta d’Europa – ha detto il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello– ma è anche la finestra dell’Africa, un’Africa a noi eccezionalmente vicina alla quale dobbiamo guardare con rispetto e solidarietà”.
Tra gli striscioni presenti alla partenza anche uno in cui si esprimeva solidarietà a Mimmo Lucano, sindaco di Riace attualmente agli arresti domiciliari.
“Siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo a quanti operano per l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati, siano le ONG impegnate nelle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, che sindaci coraggiosi che come Mimmo Lucano che hanno inventato un vero e proprio modello di integrazione degli immigrati che ha rigenerato anche una piccola comunità italiana in declino demografico. Ovviamente la magistratura farà il suo lavoro ma il clima di intimidazione nei confronti di chi lavora per e con i migranti sta diventando sempre più preoccupante” ha dichiarato Paolo Naso, coordinatore di MH.
Oltre agli studenti, alla partenza da Lampedusa sono intervenuti anche i rappresentanti del Forum Lampedusa Solidale, cui partecipa anche MH; Paola La Rosa ha letto l’appello del Forum: “In maniera ideale questa marcia della pace parte da questo scoglio in mezzo al Mediterraneo, uno scoglio che la natura ha voluto luogo di salvezza e che le leggi degli uomini vogliono oggi trasformare in muro”. E hanno proseguito ricordando chi per necessità o scelta ha lasciato il proprio paese e ha intrapreso una marcia verso l’Europa. “Da loro noi oggi prendiamo il testimone e ci mettiamo in marcia. Davanti a loro e davanti a tutti voi, ci impegniamo a continuare questa marcia mettendo i nostri corpi, le nostre menti, i nostri cuori al servizio della pace, della giustizia, della libertà e della verità”.
Intanto nell’isola proseguono piccoli sbarchi di natanti con a bordo dei tunisini che, giungendo autonomamente nell’isola, vengono intercettati e condotti all’hotspot. Difficile dire quale sia il loro destino dal momento che, nelle ultime settimane, le autorità tunisine hanno espresso la chiara volontà di limitare il numero dei rimpatri forzati dall’Italia.