Roma (NEV), 6 febbraio 2024 – Un anno fa il terremoto che colpì Turchia e Siria fece oltre 53mila morti e 107mila feriti. Fu una delle più grandi tragedie di questo secolo. Secondo Save the children ad oggi oltre 761.000 persone, tra cui 205.000 bambini, sono ancora senza casa.
Pochi giorni dopo il sisma, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha lanciato una sottoscrizione per aiutare la popolazione. Grazie a quella iniziativa, è stato dato un contributo alla ricostruzione nella città di Homs. Inoltre, la FCEI collabora con la ONG Terre des hommes per varie attività, in particolare in campo sanitario. Il progetto in fase di realizzazione è un ambulatorio a Latakia, in Siria, dove moltissime persone hanno ancora oggi bisogno di cure di lungo periodo, soprattutto nelle zone rurali dove mancano presidi sanitari. La situazione sul campo è tutt’ora molto complessa, in particolare modo in Siria, dove è appunto più orientato l’intervento della FCEI.
Parte dei fondi raccolti sono stati devoluti a Syrian eyes, una organizzazione no profit attiva sul campo nelle zone della Siria terremotate, ad Aleppo e Homs. Il contributo è stato impiegato in modo specifico per contribuire alla ricostruzione di infrastrutture cittadine. Questa realtà umanitaria è tra l’altro una dei referenti di Nation Station, la stazione di benzina riqualificata dai cittadini, dopo le esplosioni al porto di Beirut dell’agosto 2020, diventata un polo culturale e un centro sociale dove si svolgono varie attività e con la quale collabora Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della FCEI.
Un secondo ente che ha ricevuto l’aiuto da parte delle chiese evangeliche in Italia è Sams Syria e si occupa di soccorso in prevalenza di tipo medico e sanitario.
Anche la Tavola valdese, attraverso i fondi dell’Otto per mille, creò un fondo speciale per aiutare le popolazioni colpite dal sisma. Tante le iniziative sostenute con quello stanziamento: Un ponte per, Mezzaluna rossa, Amal for education, Intersos e Medici senza frontiere sono solo alcune delle realtà che hanno potuto ricevere un contributo. Si va dall’assistenza medica all’allestimento di campi con tende, dalla distribuzione di kit per l’inverno all’acquisto di mezzi e all’attivazione di ambulanze per raggiungere le zone più remote.
Intanto oggi in Turchia, oltre alla commemorazione delle vittime, si sono svolte manifestazioni di protesta contro il piano di Erdogan per i lavori di ricostruzione.
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