Indipendentemente dall’essere chiese maggioritarie o minoritarie, ci poniamo forse le stesse domande come credenti evangelici ed evangeliche? Siamo coscienti dell’impatto che abbiamo nella società e nella politica, e soprattutto di quali strumenti abbiamo a disposizione?
Nel visitare alcuni edifici storici delle chiese della regione della Vestfalia, mi colpisce la loro sobria e orgogliosa bellezza e percepisco il rammarico di chi mi accompagna e mi racconta le difficoltà nel mantenerle, di tenere insieme le comunità, di proseguire il prezioso lavoro di testimonianza evangelica nella città.
Le parole della presidente dell’EKvW (e dell’EKD) Annette Kurschus nel primo giorno di lavori del Sinodo mi colpiscono: “Non dobbiamo occuparci solo dei problemi interni alla chiesa ma anche di quelli importanti nella nostra società. Dobbiamo tenere aperta la terra al cielo, e viceversa: portare il messaggio del regno celeste di Dio in modo tangibile sulla terra.”
Per questo è così importante che la chiesa si faccia ancora sentire su questioni che riguardano tutti e tutte, come quelle affrontate dal Sinodo dell’EKvW.
Sento, inoltre, che non manca una particolare attenzione verso chi è fuggito o ancora fugge da guerre e persecuzioni, che sia dall’Ucraina o attraverso il Mediterraneo. Dall’Italia avvicino un po’ il Mediterraneo alla Germania, raccontando quello che accade nelle “nostre” frontiere e l’impegno delle chiese. Ma la sensazione è che sia già vicino: è presente nelle parole per ricordare chi perde la vita nella traversata del mare, nel riconoscere l’importanza di non dimenticare i nomi, di non abbassare l’attenzione per i diritti, di lavorare instancabilmente insieme a istituzioni e società civile per garantire pratiche di accoglienza e solidarietà, accompagnamento in percorsi educativi, tutela nel mercato del lavoro.
Porto la voce di una chiesa piccola, ma che sa da sempre che questo non significa essere una chiesa sola o senza possibilità di fare la sua parte. Ed è certamente anche nelle alleanze ecumeniche e relazioni con le chiese a livello internazionale che si realizza questa potenzialità. Sfide difficili, in tempi difficili ma se le condividiamo, forse, possiamo continuare a essere laddove c’è più bisogno – qui e ora – curando la terra affinché sia aperta al cielo.