Il 2° Forum Ecumenico Africa Europa sulla Migrazione

Roma, 24 marzo 2025

“Mai come oggi è stato così importante che chi lavora nel campo della migrazione stia in solidarietà reciproca e faccia pressione insieme per portare cambiamenti. Tuttavia, per farlo, dobbiamo prima condividere intuizioni e prospettive.”

Così afferma Fiona Kendall, moderatrice del CCME, che rappresenta la FCEI al secondo Forum Ecumenico Africa Europa sulla Migrazione, che si è svolto ad Addis Abeba dal 17 al 21 marzo. Questo incontro ecumenico, ospitato congiuntamente dal Consiglio delle Chiese dell’Africa e dalla Commissione delle Chiese per i Migranti in Europa, ha riunito trenta delegati provenienti da diciotto paesi dei due continenti.

Il programma, accuratamente pensato, ha trattato temi come il cambiamento climatico, l’esternalizzazione e gli accordi bilaterali tra paesi europei e africani, mettendo in evidenza gli approcci divergenti e quelli comuni a ciascuno di questi.

Le attività della settimana si sono concluse con un incontro formale con i rappresentanti dell’Unione Africana presso la sua sede ad Addis Abeba. Durante un ricco scambio, i delegati hanno ascoltato nel dettaglio il lavoro significativo che si sta svolgendo per sviluppare politiche e governance sulla migrazione, per inserire garanzie a favore dei lavoratori migranti, combattere il traffico di esseri umani e monitorare le persone scomparse nel Mar Mediterraneo.

Nonostante la convinzione comune in Europa che i migranti stiano invadendo il nord, le statistiche mostrano che l’80% di coloro che migrano dall’Africa si spostano verso un altro paese africano. Solo il 20% migra verso altre parti del mondo, inclusa l’UE. Dai dibattiti sono emersi messaggi chiari: la visione profondamente radicata tra gli africani che l’esternalizzazione è una tendenza negativa in crescita che sa di colonialismo; la confusione per le somme di denaro spese nel tentativo di rimandare le persone in Africa, quando un maggiore investimento potrebbe creare le opportunità necessarie per dissuadere le persone dall’emigrare in primo luogo; un forte desiderio di condivisione delle informazioni e di advocacy congiunta.

A metà settimana, i delegati hanno avuto l’opportunità di visitare il Centro di Transito dei Rientri dell’IOM* (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, agenzia ONU) e i progetti legati alla migrazione gestiti dalle chiese ad Addis Abeba. Questi includevano sensibilizzare i giovani sui rischi della migrazione irregolare e programmi di riabilitazione e potenziamento per i rimpatriati.

Ha riferito Kendall: “Mentre questi progetti sono stati un duro promemoria di quanto alcune persone vivano ai margini, sono stati anche esempi ispiratori dell’impatto diretto che la chiesa può avere nel cambiare le vite. I temi di alto livello di cui stavamo discutendo non esistono nel vuoto: la migrazione riguarda gli individui, non i concetti, ed è importante non perdere mai di vista questo.”

Per i partecipanti al Forum, questa è stata un’opportunità per approfondire la comprensione e rafforzare i legami tra l’AACC e il CCME. È particolarmente importante che chi lavora sulla migrazione sia consapevole delle diverse prospettive geografiche e politiche e, in effetti, lavori insieme per fare pressione per un cambiamento.”

Per ulteriori informazioni su questo, consultare il comunicato della conferenza (Comunicazione del 2° Forum Ecumenico Africa-Europa sulla Migrazione).

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