Roma (NEV), 8 dicembre 2022 – Un barchino, con a bordo 42 migranti, si è schiantato contro gli scogli di Vallone delle acque, a Lampedusa. E’ quanto si legge oggi sulle agenzie di stampa. Il gruppo, fra cui 14 donne e 5 minori, è stato salvato dagli uomini delle motovedette Cp324 e 327 della Guardia costiera. L’imbarcazione, salpata da Sfax alle 6 domenica scorsa, è affondata. I migranti, originati di Gambia, Camerun, Mali, Costa d’Avorio e Ciad, sono stati portati tutti all’hotspot di contrada Imbriacola. In queste ore le persone dentro alla struttura sarebbero, sempre secondo fonti di stampa, oltre 1.200, a fronte di una capienza di 350 posti.
Negli ultimi giorni a Lampedusa ci sono stati numerosi approdi, è arrivato un cadavere, ci sono stati diversi dispersi, come raccontano in questo post Facebook gli operatori e le operatrici di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. E solo pochi giorni fa una bambina di pochi mesi è morta all’interno dell’hotspot.
“Il Mediterraneo è ancora un luogo dove si muore, una delle rotte più pericolose al mondo – dichiara Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI – . Come chiese protestanti da anni facciamo i corridoi umanitari, un modo sicuro per fare arrivare le persone in Italia, ma vogliamo continuare a dire che le persone vanno salvate anche nel Mediterraneo coi soccorsi delle ONG o comunque un’organizzazione europea di soccorsi in mare, che l’accoglienza deve essere degna per tutte e tutti coloro che arrivano in Italia e che oltre ai corridoi umanitari anche altre vie legali, sicure, di accesso devono essere garantite. L’Europa deve prendersi la sua responsabilità, prendersi cura di chi continua a mettersi in viaggio per cercare un futuro migliore, che lo stesso Occidente non permette si garantito nei luoghi dai quali fuggono”.