Roma (NEV), 5 marzo 2020 – C’è pure la ‘nduja tra i prodotti che sono stati consegnati in queste ore dagli operatori di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, allo staff della Sea-watch 3, l’imbarcazione della Ong che si trova a Messina. Tutti gli alimenti regalati questa mattina sono frutti del progetto di Mediterranean Hope a Rosarno, che sta promuovendo una filiera “Etika” di prodotti che siano coltivati e lavorati in condizioni occupazionali dignitose, “slavery free”.
Le arance, in particolare, sono quelle dell’associazione e campagna Sos Rosarno, che nella piana si occupa di agricoltura sostenibile. “Da quando Mediterranean Hope è qui a Rosarno – spiega Giuseppe Pugliese di Sos Rosarno – collaboriamo sempre, non è solo un sostegno attraverso l’iniziativa “Etika”, prosegue nella collaborazione con la scuola davanti alla tendopoli e si estende a tutto quello che facciamo.
Dunque siamo stati fianco a fianco anche nell’idea di portare un segno di solidarietà concreta alla Ong Sea-watch. Sos Rosarno è una piccola realtà ma il mutualismo è uno dei principi sui cui si fonda il nostro progetto, è anche un modo per tenere un faro acceso su quanto accade nel Mediterraneo. La consegna delle arance è un gesto simbolico attraverso il quale vogliamo anche raccontare che questi prodotti sono stati raccolti e lavorati anche da persone salvate in mare tempo fa. Della nostra cooperativa fanno parte anche rifugiati: oggi quindi abbiamo voluto donare qualcosa che ritorna in mare, là dove tutto è cominciato…Perchè tutto ciò che succede nel Mediterraneo e alle frontiere dell’Europa, il lavoro e l’impegno delle Ong che salvano vite in mare, ci riguarda da vicino, ci riguarda eccome, per un principio di giustizia che ci lega”.
Oggi i due operatori di MH Francesco Piobbichi and Ibrahim Diabate, dunque, hanno caricato sul loro furgone “20 casse tra arance, limoni, kiwi, pompelmi, succhi, formaggi, marmellate di fichi secchi e mandorle” e sono partiti alla volta di Messina, a 60 chilometri circa da Rosarno. nei pressi del porto avverrà in queste ore la consegna del materiale.
“La solidarietà alle Ong in mare è un elemento sempre presente nel lavoro di Mediterranean Hope – dichiarano Diabate e Piobbichi – , come nella campagna “La giusta rotta”, realizzata con Sea-watch e Open Arms. Ci è sembrato quindi naturale consegnare le “nostre” arance ad una nave che aspetta di poter ripartire e ai volontari che vogliono tornare a salvare vite in mare. Chi salva una vita salva il mondo intero e – concludono ironicamente – c’è bisogno di tanta vitamina C per farlo”.
La Sea watch 3, in particolare, è a Messina dal 27 febbraio. 22 membri dell’equipaggio sono all’ancora a 500 metri dal porto della città siciliana da una settimana e dovranno rimanerci fino al 12 marzo, nell’ambito delle precauzioni prese contro il coronavirus.
Le organizzazioni umanitarie, sia Sea-Watch che Medici senza frontiere, hanno sottolineato negli scorsi giorni come non ci siano state analoghe disposizioni verso le altre imbarcazioni che quotidianamente raggiungono l’Italia.
"Vediamo le luci di #Messina ma non possiamo scendere. Le persone soccorse pensavano che la quarantena a terra fosse una misura per proteggere loro dal coronavirus che c'è in Italia" @Gennarogiudetti a @GiansandroMerli per @ilmanifesto https://t.co/5T3ASgs3pU
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) March 3, 2020
Mettere in quarantena una nave di soccorso è come fermare un’ambulanza in mezzo a un’emergenza. Chiediamo alle autorità di non fermare le ambulanze del mare e permetterci di fare il nostro lavoro: salvare vite. #OceanViking pic.twitter.com/HEvq4gtytM
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) February 27, 2020