Si allarga un progetto che ha permesso finora di ospitare oltre 2.200 persone in Europa offrendo sicurezza e integrazione
ROMA. Arriveranno all’aeroporto di Fiumicino stanchi e spossati, ma ad accoglierli ci sarà il calore di una famiglia – quella dell’Italia migliore – che ha fatto tutto il possibile per farli arrivare, mettendo a disposizione case, competenze e tempo.
Legalità e sicurezza. Ben 70 profughi dal Libano atterreranno domani a Roma grazie ai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia and Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Con loro, sale a oltre 2.200 il numero delle persone giunte in Italia, Francia, Belgio e Andorra in modo legale e sicuro a partire dal febbraio 2016.
Modello vincente. Un modello vincente, frutto della generosità dei cittadini e all’impegno volontario di associazioni, parrocchie e strutture diaconali, che finora ha favorito non solo l’accoglienza ma anche l’integrazione, a partire dall’apprendimento della lingua e dall’inserimento lavorativo.
Il progetto – interamente autofinanziato – verrà presentato da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Christiane Groeben, vice presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie e rappresentanti del ministero dell’Interno. L’appuntamento per il benvenuto ai profughi e la conferenza stampa sono fissati per le 11 di venerdì 30 novembre.
Promesse mantenute. Prima di loro, gli ultimi migranti arrivati a Roma grazie ai corridoi umanitari erano atterrati a Fiumicino il 31 ottobre, e in quell’occasione Riccardi aveva sottolineato all’Italia e all’Europa, a nome della Comunità e dei suoi partner, l’intenzione di avviare più percorsi di questo tipo per consentire ai profughi provenienti da Libia, Siria e Corno d’Africa di raggiungere il vecchio continente attraverso vie legali e sicure.