Roma (NEV), 29 settembre 2020 – Un libro di poesie che nasce nel ghetto di Taurianova. E’ la prima opera di Ibrahim Diabate, operatore e mediatore sociale di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
“L’idea di questo libro è nata nel periodo durante il quale ho vissuto nel ghetto di Taurianova, nel 2010-2011, quando anche io in prima persona sono stato sfruttato come bracciante. Era uno sfogo, anzi tutto, per me, scrivere e riconnettermi, attraverso la poesia – che mi accompagna da sempre, nella mia vita -, con l’Africa. Ma anche a raccontare una speranza per chi affronta il viaggio da quel continente, per quello che si trova “dall’altra parte della riva”, come recita il titolo”. Diabate è infatti nato nel 1968 in Costa d’Avorio.
“Dopo aver scritto decine di poesie, da alcuni anni cercavo una casa editrice interessata a pubblicare una prima raccolta di questi testi. Così è nato questo primo libro il cui fil rouge è lo sfruttamento, ma si parla anche di migrazione e di amore”.
In futuro, il mediatore si augura “ne possa uscire un secondo, un terzo, un quarto…Vorrei continuare a scrivere e selezionare le mie poesie, affrontando anche – in rima – le difficoltà ma anche le esperienze più significative nel mio lavoro come mediatore, ogni giorno a contatto con persone vulnerabili e discriminate”.
“Yen Fehi, Bako”, in prevendita dallo scorso 15 settembre, è stato pubblicato da Libereria. Il libro è stato presentato per la prima volta questa sera, 29 settembre, a Lampedusa, nel corso di una serata pubblica molto partecipata.
Qui il testo di una delle poesie pubblicate nel libro di Ibrahim Diabate, tradotte da Mariateresa Scionti:
“Ho paura”
“Ho paura che i miei sentimenti siano considerati vanità
in realtà sono solo verità
ho paura di poter dire che i politici
non pensano che ai loro interessi economici
ho paura di dire che la gente
non ha abbastanza da mangiare
mentre i leader ci dicono che siamo alla fine
ho paura quando un gruppo di persone
sotto la copertura dell’autorità
si accaparra tutta la ricchezza che viene alla luce
ho paura di dire che i politici
si stanno riempiendo le tasche
mentre la gente è a cottimo
ho paura di dire che il sistema ruba la moneta
mentre gli interessi diventano soggetti che dividono
ho paura di dover dire che i politici si stanno imponendo
come dirigenti della coscienza
mentre falliscono nell’applicazione della loro scienza
ho paura quando i politici parlano di cooperazione
per fare di fatto solo operazioni
ho paura delle persone e di quello che diventeranno
quando le politiche garantiranno il loro futuro
la gente è spaventata e infelice
i politici vivono felici
ho paura di dire che gli ospedali stanno morendo
mentre le cliniche dei politici sono fiorenti
ho paura per la mia vita perchè quello che dico è
denuncia
ha paura il popolo e si è rassegnato
ho paura e mi chiedo
dove va il mondo?”