Cure assicurate a dieci bambini libici grazie ad un’iniziativa di Terre des Hommes e FCEI, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
Roma, 18 luglio 2019 – 10 bambini libici gravemente malati saranno curati grazie al Ministero degli Affari Esteri italiano e all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Il progetto umanitario, fortemente voluto dalle autorità libiche, sarà realizzato da Terre des Hommes insieme a Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della Federazione Chiese evangeliche in Italia (Fcei).
Uno o due di questi bambini, affetti da patologie cardiache, saranno trasferiti all’ospedale Gaslini di Genova per essere sottoposti a un intervento cardiochirurgico nelle prossime settimane. L’Ospedale Evangelico internazionale di Genova si è reso disponibile per l’accoglienza dei genitori che accompagneranno i bambini.
“La Libia sta vivendo un periodo di estrema instabilità e i bambini gravemente malati appartenenti alle fasce più vulnerabili della popolazione non hanno la possibilità di ricevere cure adeguate e rischiano la vita”, spiega Bruno Neri, responsabile dei progetti in Libia di Terre des Hommes. “Per questo, grazie al fondamentale sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Tripoli, abbiamo avviato a febbraio un intervento d’assistenza sanitaria coinvolgendo l’ospedale pediatrico Children Hospital di Tripoli e l’Ospedale e Municipalità di Zintan (cittadina a 200 km ad ovest di Tripoli al confine con la Tunisia)”.
“Nelle ultime settimane – spiega Luciano Griso, medico, responsabile del progetto per la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia – abbiamo proseguito il monitoraggio e la valutazione dei casi che ci sono stati sottoposti dall’ospedale libico partner: dieci bambini di età compresa tra i due e i 14 anni, affetti da patologie di vario tipo. I bambini saranno curati a Tunisi, mentre abbiamo ritenuto indispensabile il trasferimento in Italia di due di loro a causa della particolare delicatezza dell’intervento a cui devono essere sottoposti. Si tratta di un piccolo progetto-pilota – aggiunge Griso – che prevede anche la formazione a Tunisi o in Italia di alcuni operatori sanitari dell’Ospedale di Zintan, in modo da poter rendere possibili programmi di riabilitazione per una parte dei bambini curati a Tunisi ed eventualmente per altri che, come noi ci auguriamo, possano essere inseriti in programmi futuri”.
Questo progetto si inquadra nell’impegno più generale di Terre des Hommes e Mediterranean Hope-Fcei a tutelare il diritto all’asilo e alla protezione internazionale anche attraverso l’apertura di un corridoio umanitario dalla Libia verso l’Europa per i soggetti più vulnerabili.
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Terre des Hommes dal 1960 è in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento e per assicurare a ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo. Attualmente Terre des Hommes è presente in 67 paesi con 816 progetti a favore dei bambini. La Fondazione Terre des Hommes Italia fa parte della Terre des Hommes International Federation, lavora in partnership con EU DG ECHO ed è accreditata presso l’Unione Europea, l’ONU, USAID e il Ministero degli Esteri italiano. Per informazioni: www.terredeshommes.it.
Mediterranean Hope (MH) è un progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nato nel 2014 di fronte al dramma delle migrazioni dal Nord Africa, dall’Africa subsahariana e dal Medio Oriente. La FCEI, d’intesa con la Tavola valdese, decise allora di avviare un progetto umanitario e sociale, teso all’accoglienza e all’integrazione di profughi che intendano restare in Italia. MH è finanziato in larga parte dall’8 per mille della Chiesa evangelica valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi. Oggi si occupa di monitoraggio, con un osservatorio sulle migrazioni attivo a Lampedusa, accoglienza, con la Casa delle culture a Scicli, in Sicilia, passaggi sicuri, con i corridoi umanitari e di salvataggi in mare, collaborando con alcune Ong. Per informazioni: www.mediterraneanhope.com.