Roma (NEV), 4 luglio 2018 – “Nello spirito di quello che abbiamo fatto negli ultimi quindici giorni a bordo della Open Arms, aderiamo all’appello di Libera per il 7 luglio e indosseremo anche noi la maglietta rossa” ha dichiarato all’Agenzia stampa NEV Paolo Naso, coordinatore per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) del programma rifugiati e migranti Mediterranean Hope (MH).
Mediterranean Hope metterà le magliette rosse sabato 7 luglio a Lampedusa, dove fra l’altro è prevista la proiezione del documentario “Iuventa”, per il quinto anniversario della storica visita a Lampedusa di papa Francesco. “Come MH, insieme alla Parrocchia San Gerlando e al Forum Lampedusa Solidale, faremo tornare simbolicamente la nave Iuventa nel luogo in cui si è interrotta la sua attività” ha dichiarato Alberto Mallardo, operatore FCEI, che invita a partecipare all’iniziativa.
Qui di seguito, l’appello lanciato da Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera e Gruppo Abele, insieme ad Arci, Legambiente e ANPI. Fra gli aderenti, anche la piattaforma italiana di “Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie”, iniziativa dei cittadini europei (ICE), uno strumento di democrazia partecipativa per chiedere alla Commissione europea un atto legislativo per decriminalizzare il reato di solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati e tutelare i diritti umani. Servono un milione di firme in 12 mesi in almeno 7 paesi membri. Welcoming Europe è co-promossa in Italia dalla FCEI con Radicali italiani, insieme a diverse associazioni e organizzazioni umanitarie.
Una #magliettarossa per #fermarelemorragia di umanità indossiamo una maglietta rossa per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà
Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.
Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini.
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