Roma (NEV), 10 luglio 2017 – “Corridoi umanitari” gestiti ecumenicamente anche dalla Svizzera? A Berna mercoledì scorso, 5 luglio, presso il quartier generale della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES), si è tenuta una riunione di lavoro per valutare la possibilità di avviare anche verso la Svizzera dei corridoi umanitari come già sperimentati in Italia da quasi un anno e mezzo, e come appena aperti verso la Francia. E’ quanto si apprende da un servizio di RTSreligion, trasmissione radiofonica svizzera-romanda, andata in onda il 6 luglio scorso.
Durante l’incontro, teso a capire come meglio potenziare l’impegno delle chiese evangeliche svizzere relativamente all’accoglienza e integrazione dei rifugiati, esponenti delle chiese membro hanno discusso di progetti già avanzati da parte di due gruppi di lavoro locali, uno a Losanna, l’altro a Zurigo, e che ricalcherebbero il modello dei “corridoi umanitari” dal Libano, come portati avanti in Italia dalla Federazione delle chiese evangeliche (FCEI), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio, grazie ad un protocollo d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri.
Dalla giornalista Gabrielle Desarzens si apprende che il 9 dicembre 2016 il governo svizzero aveva accettato di accogliere in questo modo, entro il 2019, 2000 profughi particolarmente vulnerabili. Tuttavia, a fine maggio dai campi profughi erano stati ricollocati in Svizzera solo 108 persone. “In Italia e Francia sono state le chiese che ecumenicamente si sono rimboccate le maniche per realizzare i corridoi umanitari – incalza la giornalista. E, citando i punti forti del modello: contrasto al traffico di esseri umani, no ai morti nel Mediterraneo, sì a passaggi sicuri e legali, conclude – In Svizzera sono ora chiamate a fare una riflessione seria in questa direzione”.
Le chiese svizzere si sono riunite per parlare dei “corridoi umanitari” proprio lo stesso giorno in cui a Parigi è arrivato il primo dei “couloirs humanitaires”.
In Italia sono 850 le persone giunte legalmente e in sicurezza dal Libano grazie al progetto ecumenico. L’ultimo gruppo è arrivato a Roma-Fiumicino il 4 luglio.