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La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Questa settimana “Lo sguardo” proviene dalla Casa delle Culture di Scicli ed è stato scritto dalla volontaria Alessandra Dubbioso
Scicli (NEV), 24 febbraio 2021 – La Casa delle Culture si sveglia presto la mattina.
I primi ad alzare la serranda sono gli operatori e la direttrice della struttura che, con dedizione e passione, iniziano presto a lavorare per portare avanti il progetto, per assistere le famiglie ospiti con le pratiche burocratiche comuni ma anche con le necessità ed i bisogni che ognuno si porta dietro come individuo.
Sono proprio loro che, verso le 9.30, ogni mattina accolgono con il sorriso e una battuta le volontarie che arrivano da tutta Europa fino alla piccola cittadina siciliana di Scicli, nell’estremo Sud dell’Italia, per dare il loro contributo.
E’ il momento di preparare le attività della giornata.
I primi ospiti ad animare la sala della Casa sono i giovani figli delle famiglie beneficiarie, arrivate in Italia attraverso i corridoi umanitari. Aiuto con i compiti, una passeggiata nel centro barocco della città, al bar a prendere una spremuta di arance siciliane…Diverse sono le attività che hanno luogo la mattina, supervisionate dagli operatori e coordinate dalle giovani volontarie. Immaginate due tedesche, due francesi, un’italiana, sei ragazzi e due ragazze siriani, vi sembra una barzelletta? Invece no, è uno dei microcosmi che animano la Casa delle Culture. Imparare l’italiano scambiandosi idee e storie, scoprendo di più su questa bellissima ed accogliente città ma anche sulle tradizioni e la cultura di ognuno è solo una parte di queste ricche giornate.
Il pomeriggio, dopo pranzo, la sala della Casa si riempie di bambini delle scuole elementari, soprattutto quelli delle seconde generazioni di famiglie straniere che vivono a Scicli. Il supporto scolastico, parte del progetto “il Villaggio delle Culture”, è il momento più allegro della giornata. Le instancabili operatrici e volontarie che aiutano i bambini con i compiti, sono sopraffatte dai sorrisi, dalla tenerezza e dell’irrequietezza tipica dell’età, ma grazie alla loro esperienza riescono a rendere i pomeriggi momenti di studio ma anche di condivisione e socialità. Ci credereste se vi dicessimo che i bambini non andrebbero via dalla Casa neanche dopo aver finito i compiti? Eppure è così!
La sera, alle 18.30, è l’ora dei corsi di italiano. La Casa diventa anche scuola.
Le famiglie beneficiarie del progetto dei corridoi umanitari, insieme ad altri stranieri che hanno bisogno di imparare la nostra lingua, si raccolgono nella sala insieme alla loro insegnante.
Dall’imparare a leggere e scrivere per coloro che non ne hanno avuto la possibilità nel proprio paese al presentarsi, fino ad essere in grado di gestire una conversazione a vari livelli. Il lavoro e le difficoltà sono tanti, ma la volontà di imparare per essere autonomi e cominciare una nuova vita qui, lontano da casa, è più forte di tutto.
Io sono l’ultima volontaria arrivata in questa grande famiglia ma il suo calore mi ha subito travolta e, come ogni volta che si è felici, sento il bisogno di raccontare e condividere. Per me che sono italiana ma che non conoscevo per niente la Sicilia, scoprire che in una città bella quanto Scicli si trova una realtà tanto preziosa quanto la Casa delle Culture è stata la più bella delle sorprese.
Queste che vi racconto sono solo alcune delle attività che vi si svolgono ogni giorno ma rendono perfettamente l’idea del lavoro e la passione che la riempiono e che rendono il luogo ospitale ed in armonia con la comunità locale.