La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Questa settimana “Lo sguardo” proviene da Scicli ed è stato scritto da Piero Tasca.
Scicli (NEV), 17 dicembre 2019 – ‘KLANG – KLANG’, è questo il primo ‘suono’ o meglio ‘rumore’ che mi viene in mente se dovessi sceglierne uno che accompagna l’apertura della Casa delle Culture. Questo è infatti il rumore che fanno le nostre serrande, ogni mattina, quando vengono alzate. Quelle stesse serrande che una notte di ormai cinque anni fa qualche balordo ha imbrattato con delle scritte razziste perché non voleva che la nostra Casa aprisse. Nonostante questo noi siamo andati avanti, senza farci intimorire, perché eravamo consapevoli che creare questo luogo qui a Scicli non fosse solo giusto ma anche necessario.
Per questo, dopo cinque anni quelle stesse serrande continuano mattina dopo mattina ad accompagnare tutti noi operatori (e non solo) con il loro “dolce” rumore e permettono alla luce di entrare e illuminare il nostro grande salone. Un salone che negli anni si è modificato e cambiato, di pari passo ai cambiamenti che ha attraversato, e in certi momenti anche ‘travolto’, la Casa delle Culture. In questo salone infatti per i primi due anni abbiamo pranzato e cenato tutti insieme, come una grande famiglia, con i numerosi ragazzi (quasi esclusivamente minori stranieri non accompagnati) sbarcati presso l’hotspot di Pozzallo. Poi abbiamo cominciato ad accogliere donne e famiglie, arrivati dal Libano attraverso i corridoi umanitari. E quindi ecco che si modificano gli appartamenti, creando delle cucine dove vivere la quotidianità in una dimensione più familiare e questo grande salone diventa luogo d’incontro e di scambio.
Scambio tra noi operatori e gli ospiti, scambio tra gli ospiti e la cittadinanza, che vive questo salone in occasione dei tanti eventi, dei convegni e anche delle feste che la Casa delle Culture organizza fin dalla sua nascita. Quelle stesse feste che hanno coinvolto anche le comunità tunisine, senegalesi e marocchine presenti da anni a Scicli e che attraverso i loro piatti hanno avvolto Casa delle Culture degli odori dell’Africa e che adesso si sono fusi con quelli del Medioriente. Cannella, cumino, cardamomo, zenzero, za’atar che si sono mischiati agli altri ingredienti per preparare i piatti che hanno accompagnato anche il nostro quinto compleanno. Un compleanno in cui non poteva mancare la musica, come sempre le nostre playlist spaziano dalle nuove hit del momento all’afrobeat, fino alle musiche tradizionale mediorientali…insomma un melting pot musicale senza eguali.
Protagonista di questo quinto compleanno è stata inoltre la “dabka” . Si tratta di una danza popolare diffusa nei paesi del Medioriente, in particolar modo in Libano, Siria, Palestina ed Iraq. Una danza che viene praticata soprattutto in occasioni felici e rappresenta l’amore per la terra e il proprio paese ma soprattutto l’unione tra le persone. L’unione che da sempre caratterizza tutto il lavoro che la Casa delle Culture svolge a Scicli da cinque anni. Cinque come gli anni di protezione internazionale ottenuti dai nostri ospiti che, pur essendo stati costretti a lasciare le loro famiglie e i loro affetti a causa della guerra, adesso pian piano cercano di ricostruirsi una nuova vita in un paese così lontano e diverso dal loro.