Alberto Mallardo, operatore de Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, racconta l’ultimo naufragio
Roma (NEV), 25 novembre 2019 – Un’altra tragedia in mare, un altro naufragio con morti e dispersi, e ancora una volta i volontari di Mediterranean Hope (MH), programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) si sono trovati sul molo Favaloro di Lampedusa ad accogliere i superstiti e a guardare negli occhi l’abisso.
Alberto Mallardo, operatore MH, ha raccontato all’Agenzia NEV le concitate e tristi giornate di sabato e domenica, passate nell’attesa di notizie, nell’assistenza ai naufraghi e nella ricerca di informazioni sui dispersi.
“Alle 17.00 di sabato un cittadino lampedusano ha segnalato alla Guardia Costiera di Lampedusa di aver avvistato un barchino in difficoltà a meno di un miglio dalla costa. Si trattava di una barca di circa di 10 metri con a bordo 170 persone che si è capovolta a 500 metri circa dall’isola dei Conigli mentre le motovedette della Guardia Costiera procedevano ai soccorsi.
Sono state immediatamente inviate sul posto 4 motovedette della Guardia Costiera e allertati un elicottero e un aereo della Guardia Costiera di Catania”.
Scene di panico e disperazione si sono vissute sul molo Favoloro, riferisce Mallardo: “Appena abbiamo avuto notizia del naufragio ci siamo recati, insieme al Forum Lampedusa solidale e ad altri volontari, presso il molo Favoloro dove sono stati portati i superstiti. Abbiamo distribuito le coperte termiche; i sopravvissuti erano bagnati e infreddoliti. In quei momenti ci si è cominciati a rendere conto che mancavano diverse persone. Alcuni familiari dei dispersi hanno prima cercato e sperato di trovare i loro cari sulla banchina ma 20 persone mancavano all’appello. I sopravvissuti venivano da diversi paesi come Bangladesh, Pakistan, Libia, Egitto, Algeria, Eritrea e Somalia. Tra loro molti casi medici urgenti che sono stati trasferiti al poliambulatorio di Lampedusa: numerosi gli attacchi di panico, e di ipotermia”.
I migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera sono in totale 149 (di cui 133 uomini 13 donne e 3 bambini), 20 i dispersi; fino ad ora sono stati recuperati 5 corpi.
“Nella mattinata di ieri il mare ha restituito i corpi di 5 donne, 3 delle quali sono state ripescate in mare e due sulla spiaggia – ha proseguito l’operatore di MH -. Dato il vento e il mare mosso le condizioni delle ricerche sono difficili e nella mattinata di oggi sono state sospese e riprenderanno appena possibile. Testimonianze dicono che a causa del mare grossi i corpi sono stati sbattuti sulle scogliere e questo rende complicato l’identificazione; in un caso è stato difficile stabilire il sesso”.
Ad appena un mese dall’ultima tragedia Lampedusa torna a contare i corpi delle vittime.
“Ancora una volta eravamo sulla banchina ad accogliere i sopravvissuti ed è indescrivibile l’abisso in cui ci rispecchiamo guardano i superstiti negli occhi. Un senso di impotenza ci travolge. Non c’è altro modo, per salvarci e affrontare queste tragedie, che guardarle negli occhi e continuare a dire che l’unica strada è garantire vie legali di accesso in Europa, la sola strada per evitare altra disperazione e altre morti nel Mediterraneo” conclude Mallardo.