Corridoi umanitari: dall’esperienza italiana all’Europa

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Roma (NEV), 8 ottobre 2019 – I corridoi umanitari italiani fanno scuola in Europa. Ieri e oggi, 7 e 8 ottobre, rappresentanti delle chiese protestanti da 15 Paesi dell’UE si sono riuniti a Roma per confrontarsi su questa “buona pratica”. Oggi, al termine della due giorni, una conferenza stampa alla Camera dei Deputati con la vice ministra agli Affari esteri e Cooperazione Emanuela Del Re e il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia.

Obiettivo della FCEI è quello di avviare un canale di accesso legale, cioè un corridoio umanitario a livello europeo, condiviso da più Stati membri, per trasferire in Ue 50mila persone vulnerabili dalla Libia.

Per Paolo Naso, coordinatore del programma rifugiati e migranti della Fcei, “L’esperienza dei corridoi umanitari nasce in Italia e la speranza è che si diffonda in Europa. Il progetto nasce nel 2013 quando ci siamo resi conto della tragicità della situazione, a Lampedusa, dopo gli sbarchi e le morti in mare. Il progetto è stato ripreso anche dai francesi e dai belgi e l’intenzione è quella di portare questa esperienza anche nel contesto dei paesi del Nord Europa. Il prossimo 10 dicembre l’iniziativa sarà ufficialmente presentata a Bruxelles per essere illustrata agli interlocutori europei”.

Presente all’incontro con la stampa anche Torsten Moritz,segretario generale delle Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), che ha confermato l’impegno in favore dei corridoi umanitari da parte di questa organizzazione-ombrello, che riunisce gli organismi che si occupano di migranti, di varie chiese ed associazioni anglicane, protestanti e ortodosse europee.

 

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