“Nell’azione della Sea Watch 3 non è stato rilevato nulla di penalmente rilevante”. È quanto ha dichiarato Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch in Italia, Ong tedesca con la quale collabora Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della FCEI, ricostruendo la vicenda, oggi, 5 febbraio, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.
“Vogliamo ribadire la necessità dell’intervento della Sea Watch – ha continuato la rappresentante della Ong – e l’ammissione dell’incapacità della guardia costiera libica di coprire l’area loro assegnata. Infatti nessuna motovedetta è intervenuta in quella zona. D’altra parte, ricordiamo anche che la sera del 24 gennaio la stessa Sea Watch faceva richiesta di attracco a Siracusa: sapevamo di trasportare un numero di persone maggiore rispetto a quello cui è preposta l’imbarcazione, ma non ci è stato permesso attraccare, dunque la responsabilità è delle autorità”.
All’incontro coi giornalisti hanno partecipato insieme a lei il senatore Luigi Manconi, presidente di A Buon diritto, Lucia Gennari, rappresentante di Mediterranea, l’avvocato Alessandro Gamberini, difensore della Ong tedesca.
La portavoce della Ong tedesca ha spiegato ogni dettaglio del “caso” Sea Watch, smontando le accuse e le fake news, e ringraziando tutti coloro che, tra politici e società civile, hanno espresso invece solidarietà all’equipaggio e alle persone messe in salvo. Alla conferenza stampa, promossa dal parlamentare di +Europa, Riccardo Magi, sono intervenuti anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, deputato di Liberi e uguali e Matteo Orfini, parlamentare del Pd.
Secondo quanto riportato dalla Sea Watch, all’imbarcazione, che attualmente si trova ancora a Catania, “è stato negato l’accesso a Lampedusa, dove il comandante aveva un appuntamento con il procuratore, il quale ha dovuto per tanto raccogliere le informazioni a bordo, scortato dalla guardia costiera”. Dunque nessun mistero sulla rotta della nave: il problema è sempre stato, secondo l’organizzazione non governativa, il “no” delle autorità italiane a far attraccare il mezzo e sbarcare le persone.
“Noi siamo pronti a ripartire nel giro di mezz’ora – ha aggiunto Linardi – . Abbiamo fatto una serie di manutenzioni a bordo della nave e mostreremo tutta la certificazione e i documenti ma chiediamo di non trattare la Sea Watch 3 come una nave commerciale perché altrimenti è evidente l’accanimento nei nostri confronti”.
Anche per l’avvocato Alessandro Gamberini “la sensazione è che ci troviamo davanti ad un ostruzionismo fatto appositamente per impedire la ripartenza della nave”.