Come funzionano i corridoi umanitari?

Dall’Italia un progetto ecumenico segnale di speranza per l’Europa

I corridoi umanitari sono frutto di un Protocollo d’intesa sottoscritto il 15 dicembre 2015 da:

  • Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie;
  • Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione;
  • Comunità di Sant’Egidio; Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Tavola Valdese.

 

I corridoi umanitari sono frutto di una collaborazione ecumenica fra cattolici e protestanti:

Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), Chiese valdesi e metodiste hanno scelto di unire le loro forze per un progetto di alto profilo umanitario. I corridoi umanitari prevedono l’arrivo nel nostro Paese, nell’arco di due anni, di mille profughi dal Libano (per lo più siriani fuggiti dalla guerra), dal Marocco (dove approda gran parte di chi proviene dai Paesi subsahariani interessati da guerre civili e violenza diffusa) e dall’Etiopia (eritrei, somali e sudanesi).

E’ un progetto-pilota, il primo di questo genere in Europa, e ha come principali obiettivi:

– evitare i viaggi dei profughi con i barconi della morte nel Mediterraneo

– contrastare il micidiale business degli scafisti e dei trafficanti di uomini

– concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” (ad es. vittime di persecuzioni, torture e violenze, minori non accompagnati, famiglie con bambini, donne sole, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo;

– consentire di entrare in Italia in modo sicuro per sé e per tutti, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane.

Le organizzazioni che hanno proposto il progetto allo Stato italiano si impegnano a fornire:

– assistenza legale ai beneficiari dei visti nella presentazione della domanda di protezione internazionale;

– ospitalità ed accoglienza per un congruo periodo di tempo;

– sostegno economico per il trasferimento in Italia;

– sostegno nel percorso di integrazione nel nostro Paese.

L’azione umanitaria si rivolge a tutte le persone in condizioni di vulnerabilità, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa o etnica.

La selezione e il rilascio dei “visti per motivi umanitari”

– modello per l’Europa Le associazioni proponenti, attraverso contatti diretti nei paesi interessati dal progetto o segnalazioni fornite da attori locali (ONG locali, associazioni, organismi internazionali, chiese e organismi ecumenici, ecc.) predispongono una lista di potenziali beneficiari. Ogni segnalazione viene verificata prima dai responsabili delle associazioni, poi dalle autorità italiane. Le liste dei potenziali beneficiari vengono trasmesse alle autorità consolari italiane dei Paesi coinvolti per permettere il controllo da parte del Ministero dell’Interno. I consolati italiani nei paesi interessati rilasciano infine dei “visti con validità territoriale limitata”, ai sensi dell’art. 25 del Regolamento (CE) n.810/2009 del 13 luglio 2009 che istituisce il Codice comunitario dei visti, e che prevede per uno Stato membro la possibilità di emettere dei visti per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali. Per questi motivi i corridoi umanitari si propongono come un modello replicabile dagli Stati dell’area Schengen e non solo da associazioni o privati. E’ di questi giorni la notizia della Conferenza episcopale polacca che si è detta intenzionata a muoversi in questa direzione con il proprio governo, chiedendo corridoi umanitari per i profughi.

L’accoglienza e l’integrazione sono a carico delle organizzazioni promotrici

Una volta arrivati in Italia i profughi sono accolti dai promotori del progetto e, in collaborazione con altri partner, vengono ospitati in diverse case e strutture di accoglienza disseminate su tutto il territorio nazionale. Qui viene loro offerta un’integrazione nel tessuto sociale e culturale italiano, attraverso l’apprendimento della lingua italiana, la scolarizzazione dei minori ed altre iniziative. In questa prospettiva viene loro consegnata una copia della Costituzione italiana tradotta nella loro lingua.

L’iniziativa è totalmente autofinanziata

Il progetto dei corridoi umanitari non pesa in alcun modo sullo Stato: i fondi per la realizzazione del progetto provengono in larga parte dall’otto per mille della Chiesa Valdese, ma anche da altre raccolte, come la Campagna di donazioni lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio. La stessa Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche (nell’ambito del suo programma Mediterranean Hope) e la Tavola valdese per il tramite della Commissione Sinodale per la Diaconia (CSD), provvedono alle spese per l’ospitalità dei profughi. Inoltre, i promotori del progetto si avvalgono della collaborazione di alcuni partner e associazioni terze. Sta partecipando attivamente al progetto anche la Repubblica di San Marino offrendo ospitalità.

Da Beirut a Roma già quasi 200 profughi siriani – il 16 giugno l’arrivo a Fiumicino di altri 81

Grazie all’istituzione di “corridoi umanitari” dal mese di febbraio 2016 sono giunti in Italia per vie sicure e legali già quasi 200 profughi soprattutto siriani, sia musulmani che cristiani. La prima famiglia, originaria di Homs, è arrivata con un regolare volo di linea lo scorso 4 febbraio. Segue il 29 febbraio un primo cospicuo gruppo di persone composto da un centinaio di siriani, e poi, lo scorso 3 maggio, un secondo gruppo, tra cui anche una famiglia irachena. Si tratta di persone bisognose di protezione, tra cui molti bambini. Il 16 giugno, all’aeroporto di Fiumicino, arrivano altri 81 profughi particolarmente vulnerabili – tra cui 30 minori – sia cristiani che musulmani. La stragrande maggioranza è siriana e proviene in larga parte da Homs, città ormai rasa al suolo, ma anche dalle zone di Damasco e Hasaka. I profughi giunti con i corridoi umanitari dal Libano hanno vissuto in media per tre anni in alloggi di fortuna a Beirut o Tripoli o in campi spontanei a pochi chilometri dalla Siria, come quello di Tel Abbas e ora anche della Valle della Bekaa. In Italia i beneficiari sono ospitati in diverse case e strutture di accoglienza dislocati su tutta la penisola secondo il modello dell’”accoglienza diffusa”.

Il progetto corridoi umanitari ha ricevuto importanti riconoscimenti:

La creazione dei corridoi umanitari per i migranti e i profughi colloca l’Italia all’avanguardia della solidarietà e rappresenta un momento di realizzazione concreta dei principi della Costituzione italiana. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, 3 marzo 2016

I corridoi umanitari sono un messaggio all’Europa per ricordare che alzare muri non è la soluzione per affrontare la crisi dei migranti. Paolo Gentiloni, Ministro degli Affari Esteri, all’arrivo del gruppo di profughi a Fiumicino il 29 febbraio 2016

Un buon esempio di quello che l’Europa può fare per aiutare i migranti e affrontare gli attuali flussi di rifugiati. Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, 2 marzo 2016

Come segno concreto di impegno per la pace e la vita vorrei citare l`iniziativa dei corridoi umanitari per i profughi, avviata ultimamente in Italia. Questo progetto-pilota, che unisce la solidarietà e la sicurezza, consente di aiutare persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza, come i cento profughi già trasferiti in Italia, tra cui bambini malati, persone disabili, vedove di guerra con figli e anziani. Mi rallegro anche perché questa iniziativa è ecumenica, essendo sostenuta da Comunità di Sant`Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste. Papa Francesco, Angelus del 6 marzo 2016

Il 28 giugno 2016 il progetto “corridoi umanitari” è stato presentato al Parlamento europeo di Bruxelles. Sempre a fine giugno, intervenendo al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha definito “buona pratica” l’esperienza dei “corridoi umanitari”.

Premi ottenuti

Il 23 giugno 2016 il progetto “corridoi umanitari” ha ricevuto il premio Colomba d’oro per la pace – sezione internazionale – conferito dall’Archivio Disarmo. Da 32 anni il premio viene assegnato a giornalisti e a personalità internazionali che si sono distinte nel promuovere i temi della pace, della gestione nonviolenta dei conflitti e della cooperazione internazionale.

Il 5 agosto 2016 gli enti promotori dei “corridoi umanitari” hanno ricevuto il premio “Terra e Pace”. Da 19 anni il Comitato “Terra e Pace” assegna un riconoscimento a organismi, enti o istituzioni che si sono distinti per attività di pace.

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